Il movimento della finanza etica non si limita a criticare gli ESG, ma propone un superamento di questo paradigma attraverso un approccio più radicale e trasformativo. Al centro di questa visione alternativa troviamo:
- L’impatto come priorità assoluta: Non la semplice mitigazione del rischio ESG, ma la ricerca attiva di soluzioni che affrontino positivamente le sfide sociali e ambientali.
- Democrazia economica: La partecipazione attiva di tutti gli stakeholder nei processi decisionali, superando il modello shareholder-centered.
- Trasparenza radicale: La pubblicazione completa non solo dei criteri ma anche dei processi decisionali e di tutte le informazioni relative agli investimenti.
- Pluralismo valutativo: Il riconoscimento della diversità culturale e valoriale nella definizione stessa di sostenibilità e impatto.
- Visione sistemica: L’attenzione non solo alle singole aziende ma alle interconnessioni e agli impatti cumulativi sull’ecosistema sociale, economico e ambientale globale.
In quest’ottica, gli ESG sono visti come un passo intermedio, necessario ma non sufficiente, nel percorso verso un sistema finanziario veramente al servizio del bene comune – un obiettivo che richiede non solo nuovi strumenti di misurazione ma un ripensamento profondo della progettualità, delle finalità e dei valori che guidano l’economia affinché integri obiettivi sociali e ambientali fin dalla fase di ideazione e pianificazione delle attività economiche.
Negli anni la finanza etica si è dotata di criteri di esclusione.