IL MANIFESTO DELLA FINANZA ETICA
a cura di Associazione Finanza Etica – 1998
La finanza eticamente orientata:
- Ritiene che il credito, in tutte le sue forme, sia un diritto umano
Non discrimina tra i destinatari degli impieghi sulla base del sesso, dell’etnia o della religione, e neanche sulla base del patrimonio, curando perciò i diritti dei poveri e degli emarginati. Finanzia quindi attività di promozione umana, sociale e ambientale, valutando
i progetti col duplice criterio della vitalità economica e dell’utilità sociale. Le garanzie sui crediti sono un’altra forma con cui i partner si assumono la responsabilità dei progetti finanziati. La finanza etica valuta altrettanto valide, al pari delle garanzie di tipo patrimoniale, quelle forme di garanzia personali, di categoria o di comunità che
consentono l’accesso al credito anche alle fasce più deboli della popolazione. - Considera l’efficienza una componente della responsabilità etica
Non è una forma di beneficenza: è un’attività economicamente vitale che intende essere socialmente utile. L’assunzione di responsabilità, sia nel mettere a disposizione il proprio risparmio sia nel farne un uso che consenta di conservarne il valore, è il fondamento di una partnership tra soggetti con pari dignità. - Non ritiene legittimo l’arricchimento basato sul solo possesso e scambio di denaro
Il tasso di interesse, in questo contesto, è una misura di efficienza nell’utilizzo del risparmio, una misura dell’impegno a salvaguardare le risorse messe a disposizione dai risparmiatori e a farle fruttare in progetti vitali. Di conseguenza il tasso di interesse, il rendimento del risparmio, è diverso da zero ma deve essere mantenuto il più basso
possibile, sulla base delle valutazioni sia economiche che sociali ed etiche. - E’ trasparente
L’intermediario finanziario etico ha il dovere di trattare con riservatezza le informazioni sui risparmiatori di cui entra in possesso nel corso della sua attività, tuttavia il rapporto trasparente con il cliente impone la nominatività dei risparmi. I depositanti hanno il diritto di conoscere i processi di funzionamento dell’istituzione finanziaria e le sue decisioni di impiego e di investimento. Sarà cura dell’intermediario eticamente orientato mettere a disposizione gli opportuni canali informativi per garantire la trasparenza sulla sua attività. - Prevede la partecipazione alle scelte importanti dell’impresa non solo da parte dei soci ma anche dei risparmiatori
Le forme possono comprendere sia meccanismi diretti di indicazione delle preferenze nella destinazione dei fondi, sia meccanismi democratici di partecipazione alle decisioni.
La finanza etica in questo modo si fa promotrice di democrazia economica. - Ha come criteri di riferimento per gli impieghi la responsabilità sociale e ambientale
Individua i campi di impiego, ed eventualmente alcuni campi preferenziali, introducendo nell’istruttoria economica criteri di riferimento basati sulla promozione dello sviluppo umano e sulla responsabilità sociale e ambientale. Esclude per principio rapporti
finanziari con quelle attività economiche che ostacolano lo sviluppo umano e contribuiscono a violare i diritti fondamentali della persona, come la produzione e il commercio di armi, le produzioni gravemente lesive della salute e dell’ambiente, le attività che si fondano sullo sfruttamento dei minori o sulla repressione delle libertà civili. - Richiede un’adesione globale e coerente da parte del gestore che ne orienta tutta l’attività
Qualora invece l’attività di finanza etica fosse soltanto parziale, è necessario spiegare, in modo trasparente, le ragioni della limitazione adottata. In ogni caso l’intermediario si dichiara disposto ad essere ‘monitorato’ da istituzioni di garanzia dei risparmiatori.